MIROGLIO NUOVA MANIFESTAZIONE DI INTERESSE, MA CAUTELA DICE L’ASS. CAROLI (del 04 Maggio 2014).
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Il 1° maggio alla ex miroglio. Da sx l'as.reg. Leo Caroli e due ex dipendenti del gruppo Nino Salluce e Mimmo Giannuzzi |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 4 MAGGIO 2014
di Nicola NATALE
I centoottantuno
non si danno per vinti.
E, come ampiamente riportato, hanno celebrato il loro primo
maggio nello stabilimento che li ha visti al lavoro per dodici anni.
Per alcuni
la fabbrica si è rivelata invivibile, ma per tanti quel luogo ha dato sicurezza
economica e orgoglio di appartenenza.
Definirsi “miroglini” anche dopo che la
grande impresa dei due fratelli albesi Carlo e Franco Miroglio ha elegantemente
lasciato il campo, dà la misura di come la (breve) epopea tessile sia entrata nel dna degli operai che
lottano senza requie per il loro posto di lavoro.
Il grande spirito di squadra
è stato più forte delle inevitabili divisioni e ora con lo stabilimento ceduto
al comune di Ginosa non cessa lo sforzo promozionale.
Con l’amministrazione che
nel suo sito ufficiale informa dello “stabilimento tessile a costo zero” con
tanto di breve storia dello stabilimento, delibera consiliare e rassegna
stampa.
E con i miroglini che dopo aver fatto tradurre in tedesco il video
girato da una web tv lo hanno fatto tradurre in russo e su suggerimento di
Mimmo Spina, un giornalista rai, stanno pensando di farlo anche in cinese.
Le
offerte ci sono.
Dal palco improvvisato sulle pedane lo hanno ribadito nella
giornata del primo maggio sia l’assessore regionale al Lavoro Leo Caroli sia il
sindaco di Ginosa Vito De Palma.
Di più, l’assessore ha dichiarato che ogni
giorno arrivano telefonate di imprenditori lombardi, veneti ed anche tarantini che
vogliono informazioni certe su stato degli stabilimenti, finanziamenti e sgravi
possibili, condizioni di acquisizione degli stabilimenti.
Ma intorno alla ex
Miroglio in cinque anni di dismissione è successo di tutto: non solo almeno
cinque grossi imprenditori si sono ritirati quando bisognava dar seguito agli
accordi - alcuni di questi anche firmati in pompa magna al ministero dello
sviluppo - ma grosse partite politiche si sono sempre giocate fino dall’inizio
della storia, nell’ormai lontano 1994.
Ora però dice il primo cittadino è tempo
di “
calendarizzare gli incontri al ministero dello sviluppo, altrimenti tutto
questo gran parlare è solo accademia”.
Anche perché il gruppo dei miroglini sarà attivo “fino alla fine” come dice Nino Salluce, uno degli storici operai magazzinieri, non
escludendo la possibilità di nuove clamorose manifestazioni.
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Uno dei tanti grafici che illustrano gli andamenti dell'industria
fonte istat-andrea mollica-gad lerner) |
Perché la difficoltà
è farsi ascoltare in un’Italia interessata da tantissimi casi simili, per dire che ormai nemmeno salire
sul tetto fa più audience (cosa che i miroglini hanno puntualmente fatto nel
2012) e bisogna inventarsi qualcosa di più originale.
E qui i miroglini si sono
sbizzarriti: magliette, azioni di informazione e sensibilizzazione davanti alle
catene di negozi di abbigliamento miroglio, scioperi portati fino al quartier
generale della Miroglio, pulizia volontaria dello stabilimento ormai divenuto
comunale, l’ormai famoso spot diffuso via internet che ha interessato la rai,
un manifestazione all’inps per farsi pagare la cassa integrazione.
Ora tutto si
sposta in via Molise a Roma presso il ministero dello sviluppo economico
dove lunedì prossimo si recherà l’assessore Caroli per presentare
il progetto di rilancio della Natuzzi, che a Ginosa nel novembre scorso
ha
chiuso uno stabilimento che occupava circa 400 dipendenti.
In quella data si
fisserà il nuovo incontro anche per le comunicazioni inerenti il nuovo
investitore fattosi avanti per la ex Miroglio.
Si tratta di un gruppo “operante
nel settore metalmeccanico, con tecnologia estera ma investitori anche
italiani”.
Il progetto è arrivato prima nella mani del sindaco, quale rappresentate
dell’amministrazione comunale proprietaria della struttura, ora è già stato
trasmesso a task force e ministero.
“Ma da qui ad avere un piano industriale
realmente sostenibile anche dal punto di vista finanziario ce ne vuole, bisogna
fare altri passaggi”.
La data prevista è intorno alla metà di maggio, tutti
incrociano le dita.
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Il Quotidiano di Puglia segue da sempre le vicende degli ex 180 dipendenti miroglio. |
http://ginosanews.blogspot.it/2014/05/miroglio-nuova-manifestazione-di.html?spref=fb
https://www.facebook.com/groups/securenews/?fref=ts
ASECO, PER RIDURRE
MIASMI NUOVO IMPIANTO, MA PIU’ CAPACITA’. No unanime dal Consiglio
comunale e dai residenti in contrada Lama di Pozzo
(del 04 Maggio 2014).
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Aseco, la zona di bio-ossidazione. |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 3 MAGGIO 2013
di Nicola NATALE
L’Aseco, stabilimento
strategico e gallina dalle uova d’oro.
Per questo l’idea di spostarla o quantomeno annullarne le emissioni
come vorrebbero i tanti residenti di contrada lama di pozzo esasperati
dalla puzza, dalle mosche e dai ratti è fuori discussione.
Anzi, nella mattinata
di ieri il consiglio comunale si è nuovamente riunito per discutere della
proposta di “ri-funzionalizzazione ed ampliamento”. E per chiarire che
l’ufficio tecnico ha già risposto picche alla richiesta della Regione Puglia di
consentire una deroga alle norme vigenti per cui quell’impianto in quella zona
non avrebbe proprio dovuto esserci.
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Un momento della seduta del 2 maggio 2014 su Aseco.
"Un eccesso di democrazia" secondo il cons. com. Stefano Notarangelo |
Una prima autorizzazione come è noto risale
ai tempi dell’amministrazione Costantino (1993-2001) e poi è stata perfezionata
con procedura ordinaria dal servizio ecologia della provincia di Taranto nel
novembre del 2005.
Da allora non c’è stata mai pace tra i residenti della zona
e la proprietà prima privata, poi pubblica (Aqp) dell’impianto che
tratta fanghi agroalimentari e biologici (da depurazione) e potature vegetali per
farne compost di qualità.
Un’area, quella di Lama di Pozzo di coltivazioni
intensive e residenze di campagna tra Ginosa e Marina di Ginosa che ha subito
un consistente deprezzamento proprio per le continue emissioni odorigene che
pure il management aveva promesso di ridurre dopo parecchi
incontri ed
interventi avvenuti anche in provincia di Taranto.
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L'ing. Vincenzo Romano (aqp)
l'amministratore unico di Aseco |
Pertanto ieri il consiglio
comunale ha ribadito il suo no all’ampliamento nonostante l’ing. Vincenzo
Romano nel suo intervento (contestatissimo) abbia dichiarato non solo l’importanza
e la strategicità di queste stazioni che accolgono fanghi di depurazione e
frazione umida ma soprattutto la necessità di allargarne una parte e chiuderne
un’altra per arrivare a chiudere completamente il circuito e ridurre al minimo
le emissioni odorigene.
Di cancellarle del tutto non se ne è parlato. Tuttavia
un reattore anaerobico, dove la trasformazione della maturazione del compost
possa avvenire senza ossigeno è una delle migliori tecnologie disponibili ma
chiaramente, come è già avvenuto per la progeva di Laterza, la contropartita è
un’allargamento della capacità produttiva.
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Una delle foto pervenute da uno dei residenti
delle acque presenti nel suo terreno. |
L’Aseco ha ribadito inoltre di
praticare tariffe molto vantaggiose al comune di Ginosa ma questo se possibile
ha esacerbato ancor di più gli animi dei cittadini presenti: “paghiamo per
intero la nostra tassa rifiuti, non abbiamo bisogno di sconti in cambio di
un’ambiente invivibile”.
Il nodo ora è capire se Aseco può comunque sorpassare
il parere negativo del Comune anche motivato nuovamente con le
indicazioni di merito fornite dal nuovo responsabile urbanistico arch.
Venneri.
L’impressione è che
l’Aseco sia diventata troppo importante nel processo di smaltimento di fanghi
di depurazione e frazione umida per subire anche una temporanea chiusura o
addirittura un cambio di residenza.
Tra l’altro difficilmente ipotizzabile in
un territorio come quello ginosino, ampiamente coltivato ed antropizzato.
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Aseco,
l'articolo del Quotidiano di Puglia del 3 maggio 2014 |
Resta
un fatto però: i processi ancora oggi non si svolgono completamente al chiuso e
la puzza resta ed è insopportabile secondo i cittadini.
Per cui la risposta,
provocatoria quanto si vuole è stata questa dal pubblico: “trasformate l’impianto con
le attuali capacità, vediamo cosa succede e poi si può pensare ad un
ampliamento”.
Sarà un ulteriore caso di sindrome nimby (non nel mio giardino) ma
provatelo a spiegare a chi in
quella bella contrada ci ha fatto una villa o aveva un reddito dalle sue
coltivazioni, ora impossibili.
Resta il fatto che la Puglia come tutta l’Italia
deve smaltire in piena efficienza i suoi residui organici e forse la proprietà
pubblica dell’Aseco può costituire una garanzia aggiuntiva.
Anche se per tante
altre realtà, anche vicine, non è certo andata così.
1° MAGGIO, LA FESTA DEL LAVORO CHE NON C'E'
(del 01 Maggio 2014).
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Oggi visita della giornalista rai Francesca Sancin (foto corrado cenci) |
QUOTIDIANO DI PUGLIA 1° MAGGIO 2014
di Nicola NATALE
Sugli ex
miroglini l’attenzione è massima.
E non solo perché anche Unomattina, la
popolare trasmissione di raiuno ne ha parlato ieri in compagnia del viceministro
allo sviluppo Claudio De Vincenti ma anche perché l’amministrazione comunale sta
ponendo tutta se stessa nel cercare di risolvere il problema.
Un problema che significa
180 tra nuclei famigliari e soggetti singoli che rischiano di non vedere
nemmeno più l’assegno di mobilità. Il sussidio per la maggior parte di loro
finisce tra poco meno di un anno e davvero molti rischiano di andare ad
ingrossare le fila dei disoccupati.
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Il gruppo che il 25 aprile ha effettuato la manutenzione delle aree esterne. |
Per questo hanno deciso di
festeggiare il loro primo maggio nello stabilimento le cui aree esterne sono
state ripulite in vista dell’evento il 25 aprile scorso dagli stessi “miroglini”.
In Comune ieri una conferenza stampa ha voluto sottolineare il valore
dell’iniziativa a cui tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.
Vi hanno
partecipato il sindaco Vito De Palma, l’assessore comunale al lavoro Mario Toma
(già dipendente della Miroglio) il segretario provinciale della filctem cgil
Giuseppe Massafra e Massimo Gravina, rappresentante sindacale cgil.
L’amministrazione
tramite il sindaco ha sottolineato che la giornata riguarda non solo la
Miroglio ma anche Natuzzi (stabilimento chiuso a Ginosa e poco meno di
400 dipendenti in esubero) e Tbm (40 addetti tessili anch’essi
a rischio mobilità).
Per non parlare delle gravi situazioni di difficoltà che
vivono tutti i comparti, in primis quello dell’agricoltura, fino a pochi anni
fa davvero primario a Ginosa.
Senza trascurare la pesante situazione di chi ha un lavoro precario,
discontinuo, in nero o comunque non sufficiente ad assicurare "un'esistenza libera e dignitosa" come recita l'art.36 della nostra Costituzione.
Per De Palma “il problema è ridare la dignità che
spetta attraverso il lavoro a tutti i cittadini”.
Per il momento l’unica nuova per gli ex addetti tessili è che “almeno una delle due manifestazioni di interesse ritenuta meritevole di
considerazione da task force e ministero è in fase avanzata di valutazione”.
Ci
sono altre manifestazioni ma riguardano investimenti minori che utilizzerebbero
solo parte dello stabilimento e conseguentemente della forza lavoro in esubero.
Il primo maggio ginosino comincerà alle nove del mattino e terminerà alle venti.
In
mezzo ci saranno il gruppo musicale di Debora Paradiso, stand gastronomici, un
sosia di Checco Zalone, tornei di calcio, tennis e biliardino, il coro
dell’arci locale e un gruppo tribute ai modà ed Emma.
Ben 18 le associazioni e
le aziende impegnate nella festa che nasce con lo slogan “riprendiamoci il
lavoro con non c’è”.
Sul Quotidiano di Puglia di oggi. Nella prima pagina dedicata a Taranto (del 01 Maggio 2014).
IL CONSIGLIO APPROVA RENDICONTO 9 A 7. Anche Ncd vota contro (del 01 Maggio 2014).
QUOTIDIANO DI PUGLIA 1° MAGGIO 2014
di Nicola NATALE
Un altro anno è
archiviato.
Il consiglio comunale di Ginosa ha approvato il rendiconto di
gestione a maggioranza.
“Un’operazione brillante” secondo il sindaco Vito De Palma.
Non per l’opposizione pd e lista inglese che ha confermato l’ormai tradizionale
no alle politiche del centrodestra locale, dando però il proprio voto
favorevole al patto dei sindaci per l’energia sostenibile (horizon 2020) e al piano sociale di
zona che riguarda Ginosa ed i tre comuni più vicini: Laterza, Castellaneta,
Palagianello.
Patto di zona che impegna circa 6,3 milioni di euro per i servizi
sociali con potenziamento di asili nido (da 73 posti a 167) e assistenza
domiciliare.
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da sx
il sindaco di Ginosa Vito De Palma
e il cons.delegato al bilancio
Giacomo Cassano |
La seduta non è stata registrata dal servizio video ma il sindaco
Vito De Palma e il consigliere delegato al bilancio Giacomo Cassano hanno
sottolineato in un comunicato “gli importanti risultati di gestione ottenuti,
quali la tutela degli interessi diffusi dei cittadini e il rispetto del patto
di stabilità”.
Questi fattori secondo De Palma “contribuiscono a conferire
all’economia locale un valore aggiunto” poiché l’amministrazione “opera col regime
più favorevole concesso dalle norme nazionali ai comuni virtuosi”.
Giacomo
Cassano in particolare ha fatto notare che “a fronte della previsione di 1,5
milioni di euro, il Comune è andato oltre attestandosi ad un +1,541 milioni di
euro, indice di una sana politica di bilancio, di costante controllo delle voci
contabili in entrata e delle spese dei servizi resi alla cittadinanza”.
Fin qui
la maggioranza, ma musica del tutto contraria quella suonata dall’opposizione,
compresa impegno civico/nuovo centrodestra di Francesco Di Franco e Antonio
Bradascio che ha votato contro.
Per Enzo Giannico del pd il comune non
raggiunge affatto gli obiettivi che l’ente stesso si era posto: “c’è disavanzo
economico, cioè spendiamo più delle entrate nella parte corrente”.
D’altronde,
secondo la minoranza, gli stessi revisori hanno invitato il comune a
indicare chiaramente i tempi di pagamento delle fatture, a controllare i
bilanci delle municipalizzate (Ecoltourist in particolare e farmacia comunale) e soprattutto a spendere i soldi in
bilancio già ottenuti per varie opere pubbliche.
Il tutto mentre in arrivo ci
sarebbero “nuovi debiti fuori bilancio e un onere di 240mila euro a favore di
Avvenire, il vecchio appaltatore del servizio rifiuti”.
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Nella loro pagina conclusiva del rendiconto i revisori fanno
5 raccomandazioni agli amministratori comunali di Ginosa. |
Rilievi inutili per il
sindaco De Palma: “
la sostanza è che il collegio dei revisori approva il nostro
rendiconto, a Palagiano ad esempio non lo ha fatto, quindi il parere favorevole
non è scontato e le raccomandazioni sono usuali”.
Di più, secondo il primo
cittadino l’ente è tanto virtuoso che “anticipa il sistema di contabilità
sperimentale nel quale non ci saranno residui passivi, anche senza capo ufficio
ragioneria”.
Gran parte della discussione ha riguardato la cassa del Comune i
cui livelli sono scesi costantemente dal 2011.
La ragione per la maggioranza
sta nel pagamento delle sentenze che hanno visto soccombere il Comune di Ginosa
soprattutto nel settore dei rifiuti mentre “abbiamo pagato quasi tutte le
imprese che hanno lavorato nel post alluvione e senza che nemmeno i 3,5 milioni
di euro dell’ordinanza post alluvione siano arrivate nelle casse comunali”.
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L'avv. Cristiano Inglese, capogruppo lista inglese |
Il
quadro non è così roseo nemmeno per la lista Inglese e non solo perché “non si
sono ancora riscosse i circa 800mila euro di imposte ancora non versate dai
cittadini”.
Ma soprattutto perché i revisori hanno scritto chiaramente che “lo
scostamento tra le previsioni iniziali e definitive e le risultanze del
rendiconto non rientrano nella normale fisiologia della gestione di bilancio di
un ente locale”. Un linguaggio felpato per dire che proprio tutto così ok non
è.
“Capacità di indebitamento inclusa” per cui conclude Inglese “rinnoviamo
l’invito a farsi aiutare, perché la presunzione di far da soli senza le
necessarie competenze, fa più danni della ignoranza degli stessi problemi”. Tra
le altre cose il consiglio ha anche votato un’ordine del giorno a favore del
maggior utilizzo dell’aeroporto di Grottaglie.
post scriptum: nella pagina conclusiva del loro rendiconto i revisori
Enrico De Pascale, Carola De Donno e Giuseppe De Simone invitano gli
amministratori a:
- un urgente definizione del contratto decentrato (per i dipendenti comunali)
- a quantificare il valore della partecipazione negli organismi
partecipati e a chiudere urgentemente i rapporti con l'Ecoltourist srl
(la società mista pubblico-privata che avviò e in parte concluse i
lavori sul finire degli anni '80 per l'impianto fognante di Marina di
Ginosa che ne era del tutto sprovvista)
- a redigere un inventario aggiornato dei beni comunali
- a eliminare dal bilancio e quindi dai rendiconti le somme (residui attivi e passivi) che non sono più esigibili
- a vincolare interamente l'avanzo di amministrazione.
RIAVREMO UN POLMONE VERDE. 105 mila euro per salvare un bosco
(del 29 Aprile 2014).
QUOTIDIANO DI PUGLIA 29 APRILE 2010 di Nicola NATALE
Potrebbe essere
il primo reale esempio di tutela dei boschi di Ginosa.
Tutti ricordano la
pinetina che si vede arrivando da Laterza lungo la ex statale 580, ma non sono
in molti
a frequentarla.
Con il
progetto esecutivo firmato dal dottore agrario Maurizio Sorrenti ed approvato con
delibera di giunta dall’amministrazione comunale (d.g.c. n°75 del 10/4/2014) le
cose potrebbero cambiare.
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La pinetina visibile poco prima dell'arrivo a Ginosa da Laterza.
La strada è la ex 580. |
La rinaturalizzazione dell’area “San Falco-Murge San
Pellegrino”, finanziata con 105mila euro di fondi comunitari, mira a “
tutelare
gli elementi caratteristici del paesaggio, contrastare l’erosione e la perdita
di sostanza organica, ridurre, tramite la gestione silviculturale, la vulnerabilità
agli incendi”.
In altre parole si diraderà la folta vegetazione della pineta
artificiale. Gli interventi sono tagli intercalari per regolare la densità del bosco e guidare
la selezione naturale degli elementi più vigorosi e spalcature per eliminare i
rami più bassi. Il tutto per l’intera estensione di 21 ettari pari a 210mila
metri quadri cui il Comune di Ginosa è proprietario.
La zona è
sottoposta a vincolo
idrogeologico e paesaggistico nonché
ricade nella zona di protezione speciale “area delle gravine” e nell’area
naturale protetta regionale del Parco Terra delle Gravine.
Molto interessante
la storia della pinetina:
la piantumazione
con pino d’aleppo, pino domestico e cipresso, risalente intorno agli anni ’50,
fu realizzata per consolidare le sistemazioni dei vari versanti (san Giuseppe,
Grottaturge, torrente Lognone).
Ora invece le cose stanno lentamente cambiando
e le essenze arboree locali stanno prendendo il sopravvento. Per cui scrive
Maurizio Sorrenti “
stiamo assistendo ad una forte rinaturalizzazione” con lecci
e ornielli nel canale di san
Giuseppe e con quercia trojana e roverella nella zona murgia san Pellegrino.
L’intento quindi è di aiutare questo processo ed evitare che incendi come
quelli verificatisi nel recente passato (2007-2011) contribuiscano ancora ad
assottigliare la già scarsa superficie boschiva del comune di Ginosa (non
considerando naturalmente la pineta Regina che si estende per lunghi tratti a
Marina di Ginosa).
Curiosità da non trascurare in alcune zone il materiale
legnoso sarà trasportato con muli, non essendoci forse altro mezzo in grado di
operare su quei versanti.
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Maurizio Sorrenti, dottore in Agraria |
Il bosco di latifoglie che si andrà così a ri-formare
(un patrimonio per le future generazioni) sarà composto da lecci, fragni,
roverelle, aceri minori e campestri, frassini minori per un totale di 4.800
piante.
Le piantine saranno messe a dimora a gruppetti con sesti (cioè
distanze) irregolari e si aprirà un viale parafuoco.
Il tutto dovrebbe avvenire
tra settembre prossimo e marzo del 2015.
L’intervento conclude Maurizio
Sorrenti nella sua relazione è “
senza dubbio in linea con gli obiettivi di
sviluppo sostenibile che, al giorno d’oggi, qualsiasi comunità evoluta dovrebbe
perseguire”.
E ricostituirà l’unico polmone verde a disposizione in una città
che di verde, per molte ragioni, ne ha davvero poco.
http://ginosanews.blogspot.it/2014/04/riavremo-un-polmone-verde-105-mila-euro.html?spref=fb
MIROGLIO, LA DIFFICILE EREDITA’. 25 APRILE DI “MANUTENZIONE” (del 27 Aprile 2014).
Rastrelli,
motoseghe, decespugliatori. Molti ex miroglini hanno festeggiato così il loro
25 aprile, curando quel bene ormai pubblico che sentono loro.
Da più di un mese infatti l’immenso stabilimento sede della tessitura di Puglia
è divenuto proprietà del comune di Ginosa.
L’ente ha rinunciato a circa 260mila
euro di entrate fiscali annue ma ha ottenuto di dire la sua sul processo di
riconversione partendo da una posizione di assoluta preminenza: la proprietà
degli stabilimenti.
L’operazione ha avuto il plauso dei circa 180 miroglini
ormai quasi tutti al loro ultimo anno di mobilità, dei sindacati, della task
force regionale ed infine del ministero che da Roma ha arbitrato la complessa
vertenza.
Naturalmente detenere un’area così ampia di circa 44 ettari e con strutture
coperte ed attrezzate per 55mila metri quadri non è uno scherzo. C’è la siepe lungo
il viale che entra nel cuore dello stabilimento, i prati esterni, l’ulivo
monumentale simbolicamente piazzato al centro dello stabilimento e una fascia
di ulivi lungo uno dei due lati perimetrali.
Di qui l’idea della giornata
ecologica del miroglino, alla quale hanno partecipato i più volenterosi del
gruppo che ha saputo trasformare una delle ordinarie storie di dismissione
industriale in un caso nazionale.
Come ha tutto il diritto di essere, visto che
l’investimento fu finanziato con 40 miliardi a fondo perduto e 56 miliardi di
prestito a tasso agevolato proveniente dal fondo per la reindustrializzazione
per le aree di crisi siderurgica delle legge 181 del 1989.
Leggi che sembrano
un miraggio ora, considerando il modo con cui è stata gestita la crisi tuttora
devastante: cioè con casse integrazioni in deroga e poca o nulla visione del
futuro.
Ma queste sono
considerazioni che vanno molto oltre la rudezza del presente con lo
stabilimento preda di continui furti e assalti per rubare il rame residuo delle
migliaia di metri di cavi elettrici che lo attraversano.
Uno degli ex operai ci
accompagna per lo stabilimento ormai desolatamente vuoto a vedere come i
malviventi, acciuffati poi dai Carabinieri di Marina di Ginosa, avevano ridotto in pezzi i grossi cavi di
alimentazione del reparto orditura.
E’ accaduto appena due settimane fa ma la
preoccupazione è che queste continue incursioni possano continuare mentre è
assolutamente indispensabile che lo stabilimento torni a funzionare, perché la
sua manutenzione sarebbe estremamente antieconomica per il Comune.
E a
sottolineare come la questione miroglio sia in cima all’agenda politica c’erano
ieri in visita allo stabilimento il consigliere regionale Pietro Lospinuso, il
sindaco Vito De Palma e l’assessore al turismo ed ambiente Leonardo Galante.
A loro
uno dei coordinatori del gruppo miroglini ha comunicato l’intenzione di tornare
in gruppo quanto prima a Roma presso il ministero dello sviluppo per avere
notizie sulla affidabilità delle proposte finora giunte.
Il tempo stringe e se
davvero ci sono delle proposte serie è il tempo di renderle note.
Nel frattempo
però contatti informali sono stati avviati con alcuni imprenditori e forse almeno
uno di questi avrà un incontro con
il sindaco De Palma già nei prossimi giorni. La grandezza dello stabilimento,
del suo magazzino automatizzato e di quelli laterali in realtà interessa a
molti.
Il nodo fondamentale resta quello dell’inquadramento contrattuale di
questi lavoratori. Che non ci tengono ad essere precarizzati in nome di
progetti senza futuro.
(del 24 Aprile 2014).